Ispirazione Cristiana nel Diritto
A.N.A.C.
Associazione Nazionale Avvocati Cristiani
Pienamente Uomini   Maddalena carissima, lodo il Signore per la tua chiarezza, schiettezza e per la tua vera umanità. Mi sento tanto piccolo, come uomo e come prete, davanti alle tue parole che mi fanno gridare "hai ragione!". Da sempre l'ammalato con problemi psichici è stato evitato: apertamente o diplomaticamente. Ne è nato il ricovero in ospedali particolari (ora molti sono chiusi) o tenuti nelle famiglie con grande fatica come un peso quotidiano. Nei paesi il malato è spesso isolato o preso in giro. E tu hai ragione pienamente quando dici che questi fratelli e sorelle capiscono, sentono come e più degli altri. Gesù ne incontrò nella sua vita e li liberò dalla malattia. E noi sacerdoti e cristiani siamo chiamati come Lui a andare loro incontro con tutto l'amore di cui siamo capaci per un figlio, vedendoci un nostro figlio. Non basta sussurrare "povero disgraziato o povera famiglia!". Gesù li ha incontrati, ha fatto sentire la tenerezza più grande, li ha toccati ed essi si sono consegnati a Lui, rivivendo. Tu non chiedi efficienza e organizzazione. Tu chiedi per tutti l'amore e che si parli al cuore il linguaggio che tutti capiscono e che tutti guarisce. Dobbiamo abbattere le Barriere,ma non solo quelle architettoniche. Quanti abbracci indimenticabili ho ricevuto da queste persone solo per essermi avvicinato! E ho sempre pensato che era, per me parroco, il più grande onore apparire pubblicamente a braccetto con questi amici 'deboli' piuttosto che con i più belli, più efficienti e più ricchi. Tu ti lamenti dei preti. Avrai le tue buone ragioni. Ma io, che sono un girovago per amore di Dio, potrei raccontarti che sono tanti di più i Sacerdoti che non trascurano i malati. E che, nella storia, è stata quasi sempre la Chiesa ad aprire le braccia e le sue case a questo tipo di malati. Addirittura ci sono santi e sante uccise, in queste case, da malati di questo tipo. Certo, quando questo non avviene, come nel tuo o altri casi, è giusto gridare e farsi sentire. Chiedere amore a chi può e deve darlo è un diritto della vita. Gesù ha detto che ci giudicherà sull'amore: "Ero malato psichico e tu non mi hai messo da parte, mi hai considerato pienamente uomo". Ogni malato è per noi una scala di Paradiso. Nei primi giorni di gennaio il Papa stesso, con una novità assoluta, ha mandato una Lettera al Simposio Internazionale su 'DIGNITA' E DIRITTI DELLA PERSONA CON HANDICAP MENTALE'. Chiede un fattivo impegno del Popolo di Dio per questi fratelli, e tocca il delicato tema di come viene, da essi, vissuto il particolare aspetto normale e vitale della sessualità. "Un'affettività - dice il Papa - fatta di tenerezza, vicinanza, intimità, dentro a relazioni feconde e appaganti; relazioni nelle quali poter essere riconosciuto come persona". Le tue parole mi riportano alla mente un ricordo particolare nella mia vita di Parroco. C'era una donna alcolista, disprezzata o socialmente commiserata... che è la stessa cosa. Non avrei immaginato che avesse dei figli. Ne aveva avuti tre.  Uno era morto tragicamente da bambino. Gli altri due fin da piccoli erano stati ricoverati in manicomio. Quando parlai con lei, ricordava minimamente i nomi e nessuno, forse, glieli aveva più fatti incontrare, vista la sua situazione fisica e mentale. Andai con degli amici in quel manicomio e potei fare conoscenza con i suoi due figli, ormai giovani. Erano passati tanti anni. Chiesi notizie allo Psichiatra del reparto. Sapeva molto poco. Dopo alcune visite, chiesi che i due ragazzi potessero incontrare la madre.  Mi risposero che i due erano diventati anaffettivi... che vuole dire... incapaci di riconoscere l'amore? Cercai di preparare un po' quella mamma a questo incontro, ma, dopo molti tentativi, pensai che la cosa non sarebbe riuscita. Quel giorno, in manicomio, mi accorsi di quello che tu dici: il linguaggio dell'amore non c'è persona, in questo mondo che non lo capisce. A lei dicemmo: Ecco i tuoi figli. Ad Essi : Ecco la vostra mamma. (Come Gesù dalla croce). E mentre i ragazzi ripetevano, biascicando, la parola:'mamma, ma...mma' lei, all'improvviso si è avvicinata, li ha abbracciati dicendo con una dolcezza infinita: 'io sono la mamma, la mamma...'. E noi ,cosiddetti sani e normali, eravamo inebetiti. Ma perché, se quella era la normalità della vita e dell'amore. Ciao, Maddalena. Sèntiti amata dal Signore. A me e a tanti altri, anche solo con questa lettera, hai dato tantissimo. Grazie. Il tuo fratello prete  Giosy Cento