Ispirazione Cristiana nel Diritto
A.N.A.C.
Associazione Nazionale Avvocati Cristiani
COMUNICATI STAMPA - Archivio
L'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani  contesta la pigrizia della politica partecipando allo sciopero del 10 marzo.  Gli avvocati sciopereranno il 10 marzo contro la vergogna della  mancata ,ad oggi, calendarizzazione al Senato del ddl di riforma dell'ordinamento forense.  Nella stessa giornata, l'avvocatura si riunirà a Roma per una manifestazione nazionale, per richiamare di nuovo la politica al rispetto degli impegni assunti per una veloce approvazione del disegno di legge, a quanto pare, non ostato da alcuna forza politica.  Il presidente dell'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani, avvocato Nunzio Andrea Russo, ha dichiarato che  l'avvocatura non può e non intende stare a guardare, assistendo inerte innanzi alla dequalificazione della professione dovuta alla pigrizia della politica. Il disegno di legge è stato approvato il 18 novembre 2009 in Commissione Giustizia del Senato. Il 13 gennaio 2010 l'avvocatura ha inviato al Presidente del senato una lettera di decisa richiesta affinché venisse immediatamente avviata la discussione in aula, mettendo in evidenza come la riforma dell'ordinamento forense rappresenti un momento non più rinviabile per la nuova qualificazione della figura e del ruolo dell'avvocato al fine di garantire con efficacia la difesa dei cittadini e la qualità della giurisdizione. Altresì si sottolineava come la condivisione del testo emersa in commissione giustizia consentisse un'immediata calendarizzazione e una celere approvazione. Il Senato, incredibilmente, non ha ancora messo in calendario la discussione.  Roma 24 febbraio 2010 Avvocatura e Giustizia.  L'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani è intervenuta  in merito all'approvazione della riforma dell'ordinamento professionale ad opera della Commissione Giustizia del Senato, indicando che essa riforma è il male minore rispetto alla ignavia ad oggi condotta. Sono speranzoso, ha dichiarato il Presidente Nazionale Avvocato Nunzio Andrea Russo,  che con nuova emendazione si migliori il testo permettendo una sua valorizzazione e tenendo lontane logiche di business nella formazione e deroghe incomprensibili alla obbligatorietà di essa per alcune categorie.  In tanti contestano, in toto, essa riforma gridando liberalizzazione in Italia ed in Europa e chiedendo l' abrogazione degli ordini  indicando falsamente maggiori diritti per i cittadini.  E' cosa così difficile da comprendere che liberalizzazione è un concetto in grande distonia con la garanzia della prestazione intesa quale rigore e qualità tendente al concetto di giustizia? Oggi la magistratura, che non si manifesta più esclusivamente con atti e provvedimenti bensì con desiderio legislativo e amministrativo, si ritiene unica assertrice di giustizia ed i mass media foraggiano ciò consentendo ad averla quale unica interlocutrice dimentichi dell'avvocatura. Si riscriva con larghe intese la giustizia in Italia, permettendo all'avvocatura di esserci perché necessaria in  essa  materia  essenziale per la società.   Catania 20 novembre 2009 La crisi economica unitamente alla assenza di riforma della professione forense sono un connubio drammatico per gli avvocati.  Gli studi degli avvocati subiscono duramente la crisi economica internazionale. Migliaia di avvocati hanno chiuso  lo studio o lo hanno  ridimensionato negli ultimi due anni in modo considerevole. Un enorme calo dei fatturati si è abbattuto soprattutto sui giovani e sugli anziani che hanno visto crollare  le attese  professionali. Le stime, tra l'altro, ha precisato il Presidente dell'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani, Avv. Nunzio Andrea Russo , prevedono, per tutta la categoria, che la crisi si inasprirà nei prossimi mesi e nel 2010 in modo violento. In tale ottica  necessita rivisitare con urgenza il sistema fiscale, che oggi affligge senza alcuna logica (che non sia quella punitiva) le professioni intellettuali. Non tutto comunque, prosegue l'Avv. Russo è da rimandare alla crisi economica stante una costante assenza di responsabilità ed un'endemica mancanza di visione strategica sul futuro di una delle componenti più vitali della società quale l'avvocatura.  Tutto ciò ha determinato il progressivo ed inesorabile impoverimento della professione. Non va dimenticato che l'esercizio della professione forense impatta su interessi soggettivi e diritti di rango costituzionale  e  che l'avvocato rappresenta un soggetto necessario ed insostituibile nell'esercizio della giustizia. In tal proposito lo stesso Ministro Alfano ha più volte affermato che, anche laddove il processo penale ed il processo civile venissero modificati, in assenza di una  riforma dell'avvocatura si correrebbe il rischio di non riuscire a migliorare l'attuale situazione dell'amministrazione giudiziaria.  Catania 13 ottobre 2009 L'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani  si costituirà parte civile a Napoli il prossimo 28 settembre per l'omicidio dell'avvocato  A. Metafora.  Nel corso di una affollata conferenza stampa,l'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani, in persona del presidente nazionale avvocato Nunzio Andrea Russo e dell'avvocato prof. Antonio Libonati , rappresentante dell'associazione per il Foro di Napoli, ha annunciato che all'udienza preliminare che sarà celebrata in data 28 settembre c.a. presso il Tribunale di Napoli si costituirà parte civile nel  procedimento penale aperto contro gli imputati Altieri e Oriolo accusati di avere ucciso a Napoli l'avvocato Antonio Metafora perché quest'ultimo aveva notificato uno sfratto per morosità nei confronti della madre dell'Altieri. Una scelta concordata - si legge in una nota - per dare un forte segnale di cambiamento  e per non permettere mai la solitudine di chi compie atti di giustizia. Ci costituiamo parte civile - ha spiegato il presidente  - perché episodi come questo sono inammissibili e offendono l'esercizio della professione nel suo essere patrimonio morale e culturale indefettibile e necessario in una sana società. L'eroe Avvocato Metafora deve rientrare di diritto nei miti dell'avvocatura e della società tutta, riconoscendogli a forti toni l'essere stato un martire per l'assolvimento del proprio dovere. In pochi sanno che senza il quotidiano sacrificio di tanti Avvocati, la giustizia, intesa come meccanismo statale, attraverso il quale dovrebbe realizzarsi l'antico broccardo per cui "ciascuno deve avere il suo", si bloccherebbe. Già, ha dichiarato il presidente, ho provveduto a dare incarico agli avvocati Francesco Giarrizzo  e Sivio  Piantanida , nostri associati e noti penalisti, che provvederanno a chiedere la giusta condanna penale per gli imputati unitamente ad una richiesta risarcitoria che in caso di accoglimento sarà posta a quantum di borse di studio per i figli di vittime  in atti di giustizia.    Napoli 25 settembre 2009 L'Onorevole Salvino Pezzotta  incontra l'Avvocatura Cristiana ed espone il pensiero dell'Unione Di Centro.  Sogniamo un partito laico e aconfessionale, costituito da persone libere alle quali non è inibito il pubblico riferimento all' ispirazione cristiana, senza che questo crei scandalo ma dialogo attento e positivo. Ciò è stato detto dall'Onorevole Salvino Pezzotta  al Presidente nazionale degli Avvocati Cristiani Avvocato Nunzio Andrea Russo in un incontro tenutosi a Roma. Egli ha proseguito assumendo che si deve puntare a una nuova laicità che riconosca il valore sociale e culturale della dimensione religiosa e cristiana nella costruzione della coesione sociale, della convivenza e della pace. Per noi e per il soggetto che vogliamo costruire, la libertà di coscienza è il valore fondativo di tutte le libertà'.  Una libertà' rispettosa delle opinioni altrui e che non segue gli elementi di irrispettosità come da parecchi giorni sta facendo l'Unità con la pubblicazione di un fumetto sullo sbattezzo. Questo ritorno a forme di integralismo laicista ci preoccupa come cittadini italiani e non tanto come cristiani. Dopo l'esperienza democratica e laica della Democrazia Cristiana sarebbe anacronistico tornare a una divisione tra laici e credenti. La strada che stiamo intraprendendo deve puntare a una forma politica capace di interpretare i movimenti del divenire della storia e dell'evoluzione sociale. Non serve la proclamazione astratta dei valori, ma la loro declinazione nelle vicende quotidiane delle donne e degli uomini del nostro tempo, capace di una visione nuova dell'economia che colga le sollecitazioni della recente enciclica del Santo Padre e attenta a che lo sviluppo che sia soprattutto umano. In questa direzione la visione della dimensione del lavoro non può essere solo economica ma in funzione della crescita umana. Certo, bisogna cogliere che ormai si è oltre la " civiltà del lavoro" che aveva segnato la fase dell'egemonia industriale, per costruire un nuovo umanesimo del lavoro in cui merito e creatività si intrecciano con la possibilità di crescita personale per tutti. Una strada che chiede una profonda riorganizzazione dei nostri sistemi sociali di protezione per puntare a modelli di promozione. Una nuova economia in cui il dono e la gratuità non siano più' considerati elementi marginali e l'ambiente una risorsa da sfruttare. L'obiettivo di uno sviluppo umano deve avere al centro la tutela e la promozione della vita, della famiglia, dei meno fortunati, la cura dell'infanzia, degli anziani e delle nuove generazioni.   Roma 21 agosto 2009 Riformare la Giustizia con l'incontro tra Avvocatura, Politica e Magistratura.  Basta con una  giustizia vittima di un continuo scontro tra magistratura e politica . Ciò è stato detto a margine del convegno "migliore giustizia migliore società" tenutosi a Palermo dal Presidente  dell'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani avvocato Nunzio Andrea Russo. I contrasti lievitano i mali di un sistema violato dalla lentezza dei processi, dalla disorganizzazione degli uffici, dall'ineffettività della pena, dal mancato rispetto delle regole del giusto processo ed in particolare dalla totale oramai emarginazione della difesa. Necessita il riconoscimento all'Avvocatura del suo ruolo irrinunciabile, pena l'assoluto declino della società. Incontrarsi e non scontrarsi nell'assoluta necessità di percorrere insieme i bisogni dei cittadini grazie ad una giustizia partecipata e non partigiana. L'avvocatura constata che manca nel potere legislativo una strategia generale idonea a suggerire rimedi per superare l'ormai costante emergenza; e manca anche nell'ordine giudiziario la volontà concreta di dare maggiore efficienza al sistema nel rispetto delle libertà personali. Di fronte dunque al riconoscimento del difetto di una effettiva giurisdizione e dell'abbassamento del livello delle garanzie e della difesa, gli avvocati ritengono che la semplice depenalizzazione per quanto riguarda la giustizia penale, o il ricorso alla giustizia alternativa o ai giudici onorari per quanto riguarda la giustizia civile, non siano una scelta idonea a riaffermare il valore della giurisdizione. Sarebbe importante, per uno studio che miri alla individuazione delle riforme necessarie, riuscire a ripristinare la distinzione dei ruoli istituzionali del Parlamento, della Magistratura e dell'Avvocatura, al fine di contribuire, tutti, a che il Cittadino possa fruire di una legislazione chiara, rispondente ai suoi bisogni e che produca  un processo giusto e celere. Non è una petizione di mero principio poiché solo il rispetto degli acclamati ruoli costituzionali può garantire il cittadino da abusi; in questo quadro l'Avvocatura si pone in mezzo ai due, poiché da un lato si fa portatrice delle istanze dei Cittadini e dall'altro partecipa, anch'essa con dignità costituzionale, al funzionamento del Sistema Giustizia.  Una funzione che, tuttavia, non può essere soltanto mediatrice ma che deve assurgere al grado di proposizione, sia nel diritto sostanziale che nel rito, di nuovi avamposti culturali e di più adeguate forme legislative. Al giusto convincimento del legislatore, necessaria sponda in democrazia, deve tendere il lavoro dell'Avvocatura, e dunque è di fondamentale rilevanza il dialogo con i rappresentanti della politica, altrimenti costretti a confrontarsi con la sola magistratura. Tra l'Avvocatura , il potere legislativo  e la magistratura la collaborazione non può che essere costante ed improntata ad uno spirito di servizio nell'interesse del Cittadino.  Palermo 23 luglio 2009 Necessaria collaborazione tra laici e cattolici è quanto detto nell'apprezzamento del Presidente Napolitano all'Ass. Nazionale Avvocati Cristiani  L'attività dell'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani ha raccolto il plauso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che sottolineando l'importanza di una piena attuazione del principio costituzionale di solidarietà, proprio della nostra tradizione civile, sollecitando la promozione di politiche di accoglienza ed integrazione verso quanti, nel rispetto delle leggi, vogliano stabilirsi nel nostro paese, esprime apprezzamento per l'impegno che l'associazione pone nel riscoprire l'attualità e la validità delle indicazioni che ci vengono dalla Carta costituzionale, nel quadro della auspicata e necessaria collaborazione tra laici e cattolici.     Siamo profondamente grati al Presidente della Repubblica , ha commentato il presidente nazionale dell'associazione avvocato Nunzio Andrea Russo, per aver dato un segnale importante con il Suo apprezzamento alla nostra associazione che propone nel mondo della giustizia un incontro lievito di vita della cultura laico - umanistica con la tradizione dottrina e fede cristiana, cercando da ciò  di fare scaturire l'essenza della nostra civiltà occidentale e del vero umanesimo.   Roma 26 giugno 2009 No alla discriminazione dei valori cristiani  L'associazione nazionale avvocati cristiani  in persona del suo presidente Nunzio Andrea Russo è intervenuta a Catania a margine del convegno "Tuteliamo la Vita" in risposta alle dichiarazioni rese dal presidente della camera Fini: Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso". Non si possono discriminare i credenti ha dichiarato il presidente nunzio andrea russo il quale ha rincarato la dose dicendo "in particolare da chi ha sempre dichiarato di essere figlio di una cultura cristiana". Non si tratta di imporre un precetto per legge, ma di fondare le leggi di uno Stato su dei valori che non possono essere avulsi dalla forza della ragione. Il valore assoluto della vita non può essere messo in discussione da una mera indicazione di laicità dello Stato, a meno che questi non scada in un relativismo etico incapace di scelte che siano in grado di essere fedeli alle radici culturali e storiche che l'hanno fondato. La differenza, semmai, è tra Stato laico e Stato teocratico. Uno stato laico ha comunque delle radici religiose. La storia insegna che non esistono stati con veri ordinamenti democratici che non facciano riferimento alla religione quale elemento fondante la loro cultura e la loro storia. Cosa sarebbe l'Italia senza il cattolicesimo. Cosa diverrà l'Europa  senza il cristianesimo? Può uno stato tradire i suoi valori costitutivi in nome di un non compreso concetto di laicità? Oppure i valori della tolleranza e dell'accoglienza, della solidarietà nella loro giusta  difesa fanno comodo a tutti e poi sulla  difesa della vita, di ogni vita, anche della propria  bisogna tacerlo quando si legifera?  Che strano paese è il nostro ove spesso ogni gamba dello stesso uomo non  segue l'altra.  Catania 19 maggio 2009 Immigrazione e Solidarietà  Negli ultimi tempi si è registrato il diffondersi di una cultura e di una politica mediocre che esaltano il mercato contro la Stato, l'individualismo contro la convivenza e la solidarietà ciò è quanto detto dal presidente dell'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani Nunzio Andrea Russo a margine del Convegno Nazionale "Solidarietà a chi ha bisogno" organizzato a Roma dal Volontariato Cristiano. Egli ha precisato che la solidarietà è uno dei valori sui quali si fonda la Costituzione della Repubblica, che la considera un "dovere inderogabile" (articolo 2). Non si tratta di una solidarietà fondata su motivazioni (pur apprezzabili) di benevolenza, di filantropia, di religione, ma di un vero e proprio dovere civile, che trova la sua origine nell'essere uomini di una nazione e che all'essere cittadini conferisce concretezza e contenuto. La solidarietà, quale conquista sociale millenaria, è il modo vero ed anche unico di intendere e vivere la convivenza umana odierna e futura. Ed è anche la regola che deve ispirare i rapporti fra le Istituzioni e fra queste e la gente. Fra i tanti appuntamenti di un'ipotetica agenda della contemporaneità, quello dell'immigrazione è senza dubbio uno dei più scottanti sul tavolo dei governanti. La globalizzazione dell'economia e lo sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti hanno consentito e consentono migrazioni di popolazioni così consistenti, quali mai si erano realizzate nella storia dell'uomo. Nel convegno si è indicato che ruolo determinante è stato quello della televisione, che ormai arriva anche nei più sperduti villaggi del mondo: molti poveri della terra, scambiando per realtà i miraggi offerti dalla pubblicità e dalle trasmissioni televisive dell'Occidente, sono emigrati, andando spesso incontro ad acute delusioni. Attratti da condizioni di vita e di lavoro giudicate migliori, dunque, masse di disperati si sono spostate nell'Occidente ricco, sviluppato e spietato, causando problemi nuovi e complessi e mettendo in gioco spesso la loro vita. Basta leggere quotidiani, libri, riviste o ascoltare i pareri di politici, esperti e studiosi  per raccogliere interpretazioni del fenomeno contraddittorie, quando non radicalmente divergenti. È perciò ancora oggettivamente difficile, oggigiorno, farsi sull'immigrazione un'idea chiara, che vada al di là di luoghi comuni e di vaghe sensazioni. Ha concluso l'avvocato russo dicendo che spesso si ha la netta impressione che nell'attuale dibattito culturale sull'immigrazione, dominino, in Italia, gli stereotipi abbandonando l'essenza della vita. Da una parte la solidarietà senza condizioni, professata dal mondo cattolico e dell'estrema sinistra, dall'altro la xenofobia della destra estrema, che raccoglie, su questo tema, follemente, la simpatia anche di molti moderati. Nel frattempo uomini, donne e bambini muoiono annegati.  Catania 7 maggio 2009 Due avvocati morti per la giustizia  Sulla morte  a Ladispoli degli avvocati Francesco Terracciano e Paolo Salineri è intervenuto il presidente dell'associazione nazionale avvocati cristiani nunzio andrea russo dichiarando che  se e` vero che il sangue dei martiri e` seme dei cristiani, e` anche vero che il sangue degli uomini onesti e` seme di cittadini rispettosi del diritto e della giustizia.  Il tragico evento fa risuonare negli animi degli avvocati italiani le note dell'onore, del dovere e del coraggio. Pensando e parlando di esse folli morti, afferma il professionista, mi torna sempre in mente la frase di Erodoto: "Un uomo si giudica dalla sua morte". A quasi trent'anni di distanza dagli studi liceali questa frase acquista un significato ed una realtà storica, che le toglie quella patina di retorica scolastica, che allora suscitava in me. La  morte, come momento di giudizio sulla vita, esprime la compiuta consapevolezza, la trasparenza di un evento fatale, che non cade a caso come nella maggior parte della vita. La irrinunciabilità all'esercizio del loro dovere percepito come realizzazione del diritto per rendere vera la giustizia, la passione per un lavoro che è  al servizio dei cittadini desiderosi di giustizia, la sicura considerazione che nutrivano per la vita e la libertà come valori fondanti erano sicuramente così profondamente intrecciati e dosati nelle loro persone che la loro tragica morte ci appare degna di essere portata a simbolo, a modello di una vita che è stata realizzata e donata per i valori di autonomia ed indipendenza, di cui la avvocatura italiana si è sempre dimostrata e si dimostra gelosa custode. Semen erit sanguis martyrum, scrisse Claudio Claudiano, poeta cristiano della tarda latinità. Ogni volta che un cittadino compie il supremo sacrificio della vita in nome dei valori propri di tutti gli uomini liberi, si rinnova fra costoro l'alleanza. Essi si riconoscono  ed avvertono la necessità di rendere onore a chi ha testimoniato con la vita l'attaccamento alla giustizia rendendoli stendardo per l'avvocatura.  Arrivederci a voi colleghi e maestri Francesco e Paolo.  Catania 24 aprile 2009 Casini incontra gli avvocati cristiani  "Il nostro Paese ha la necessità di guardare al passato, oggi che soffriamo di un lento impoverimento dei contenuti politici che spesso si riducono a mera gestione amministrativa dei problemi del Paese. La società odierna ha bisogno di una forte spinta ideale, che trovi nella dimensione popolare riscontro e sostanza politica. Per questo gli insegnamenti sturziani rivivono nella società di oggi". Questo è il tema trattato durante l'incontro tra l'on. Pier Ferdinando Casini e l'Avvocato Nunzio Andrea Russo,presidente nazionale dell'associazione avvocati cristiani. L'Italia del terzo millennio può trarre molti insegnamenti dall'appello estremamente attuale e lungimirante di Don Luigi Sturzo per svolgere al meglio i compiti istituzionali e civili. Oggi, come allora, a fronte di una crisi economica e in gran parte ideale, è opportuno far nascere una nuova visione della politica, della società, dello Stato e della giustizia nel rispetto dell'uomo e della famiglia. Si è discusso dei secolari problemi che denuncia l'Italia nei rapporti tra nord e sud  e del mondo tra ricchezza e povertà. Le richieste che Sturzo rivolgeva all'Italia degli anni Venti in termini di giustizia, di libertà, di equità e di rispetto delle identità culturali e religiose dei popoli, sono le stesse istanze che l'evoluta e complessa società occidentale del terzo millennio esprime alle sue istituzioni nazionali e sopranazionali. Lo scambio di idee si è concentrato essenzialmente sui problemi dell'Italia: la convivenza tra Stato ed enti locali e sulla riforma federalista. A tal proposito si è discusso sulla necessità di attuare un federalismo  basato su una sana dimensione municipale, che sappia coniugare sussidiarietà e solidarietà; un federalismo capace di soddisfare i bisogni di ogni comune e uno strumento di governo del territorio attento alle specificità locali che sia capace di rendere il Comune famiglia delle famiglie, attraverso lo strumento della sussidiarietà come criterio fondamentale dell'amministrazione locale. Si è discusso anche della necessaria centralità della famiglia e delle riforme necessarie e urgenti  in materia giustizia. Il Presidente Casini ha affermato la necessità di riappropriarci della magistrale lezione sturziana non come vessillo del mondo cattolico ma come patrimonio nazionale della cultura politica italiana ed in questa ottica l'avvocato russo ha posto necessario accenno alla deriva neorelativista assumendo  che è necessaria una libertà che porta a considerare l'uomo libero non come colui che fa ciò che vuole, ma colui che è posto nelle condizioni di fare ciò che deve. E' a questo tipo di libertà che bisogna tendere, alla quale coniugare forza politica e senso civico. Entrambi hanno comunque rilevato la forza dell'appello "Liberi e Forti" quale visione coraggiosa, moderna e lungimirante "al migliore avvenire della nostra Italia", dove la centralità è rivestita dalle istituzioni che devono servire l'uomo e garantirne libertà e dignità.  Catania 31 marzo 2009 Diritto alla salute senza delazione  L'emendamento approvato in Senato il 5 febbraio scorso, con il quale si vuole depennare il divieto di segnalazione nei confronti degli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie, è una norma contraria all'etica ed alla deontologia medica vincolata dal segreto professionale e al dettato costituzionale che tutela la salute individuale e collettiva. Questo è ciò che ha detto l'Avv. Nunzio Andrea Russo, Presidente Nazionale Avvocati Cristiani, il quale ha precisato che nonostante un ampio fronte scientifico ed umanista si sia con forza espresso contro tale provvedimento, stigmatizzandone pubblicamente i contenuti ideologici e discriminatori, nonché le conseguenze dannose e pericolose per individui e società, l'emendamento è stato ripresentato in Aula ed approvato con una significativa maggioranza di voti.  I cittadini sanno che la sanità pubblica è un bene e che la salute è, non solo dal punto di vista del diritto ma anche da quello pratico della sua tutela, un bene collettivo: l'emarginazione di parti della società dall'accesso a misure di prevenzione e cura efficaci comporta l'esposizione della società tutta al rischio di fenomeni di clandestinità sanitaria e di diffusione di patologie che sfuggono al controllo. Per quanto concerne la presunta illiceità della norma attualmente vigente, considerata più favorevole per gli immigrati irregolari, protetti nei confronti di denunce, si tratta di un'argomentazione già in prima lettura completamente errata: la legge recita infatti che, a parità di condizioni con il cittadino italiano, la segnalazione vada effettuata nei casi in cui è previsto l'obbligo di referto (D.Lgs. 268/98, Art. 35, comma 5).   Catania 12 febbraio 2009 Riforma della Giustizia necessaria al superamento della crisi economica.  I cittadini, aspramente provati da una crisi economica che li destabilizza e li preoccupa per il futuro, avrebbero bisogno di certezze e di sicurezza in materia di Giustizia questo è ciò che ha detto il Presidente Nazionale dell'A.N.A.C. Associazione Nazionale Avvocati Cristiani Avvocato Nunzio Andrea Russo.  Non è pensabile, pertanto, rimandare ulteriormente una riforma complessiva della giustizia. Ogni rappresentante politico non può stare sempre al capezzale della moribonda giustizia assumendo una grave responsabilità nei confronti dei cittadini e del bene comune. Non possiamo però fare riforme codarde ed improvvisate sull'onda dell'emozione e dell'emergenza ma chiedere di affrontare il tema delle riforme perseguendo veramente come metodo quello del dialogo e dell'approfondimento, anche a costo di perdere in parte la celerità che l'emergenza parrebbe imporre. La materia giustizia e le sue ricadute sull'assetto democratico e sui diritti fondamentali dei cittadini necessitano di un alto senso condiviso della giustizia e delle sue istituzioni e su ciò si chiede alla magistratura di prendere atto che è necessaria una svolta, che al concetto fondamentale di indipendenza e autonomia, bisogna affiancare e in parte sostituire quello di responsabilità. In questa ottica ci si augura possa costruirsi un efficiente sistema giustizia che tenga conto delle tante sensibilità che convivono nel nostro paese.  Catania 23 gennaio 2009 Emettere immediatamente un D.L. per salvare Eluana Englaro  Parte della magistratura rifiuta la tutela assoluta della vita umana, privilegia forme più o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente , impone questa sua opzione al Paese forte di assenza normativa in materia. Lo sottolinea, in una nota, l'ANAC Associazione Nazionale Avvocati Cristiani ,in persona del Presidente Nazionale Avvocato Nunzio Andrea Russo, rilevando tra l'altro che in questi  mesi  la Corte Costituzionale investita di una istanza di conflitto di attribuzioni ha preferito non pronunciarsi con il reale rischio di arrivare in ritardo. In tal specie, spetta al governo intervenire con un decreto legge  onde restituire, in seguito di conversione in parlamento o meno, al popolo italiano la sua sovranità . Non è possibile permettere a questo governo di non assumersi tale responsabilità, stante la posta in gioco che è rappresentata dall'indicare quale essenza o meno dei principi indefettibili  la inviolabilità dell'essere umano. Non si tratta di fare enunciazioni di credo religioso ma di consentire al popolo di manifestare il suo volere e ciò è elemento essenziale in democrazia. Catania 18 dicembre 2008 Nessuno dovrà mai morire per sentenza di un giudice  Plauso per la iniziativa del Ministro Sacconi da parte dell'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani ANAC per mezzo del suo Presidente Nazionale Avvocato Nunzio Andrea Russo che afferma la necessità di evitare qualunque abuso sulla vita umana. Invero con la sentenza della Cassazione sul caso di Eluana la strada  verso il diritto di scegliere l'eutanasia era spianata. In questo dramma  si rileva l'assenza di amore per la vita degli esseri umani. Dobbiamo allontanarci da falsi credi e tornare ad amare e difendere tutte le vite,  fossero esse diverse dalla nostra. La vita è un bene troppo prezioso per permettere ad altri d'intervenire su essa prepotentemente. Dobbiamo esercitare la libertà di contraddire le mere ragioni di un oscurantismo che crede sempre più in un neorelativismo etico. Una donna, in Italia, stava per essere sottratta alla vita in una dimensione di vacatio legis tale da fare vergognare i legislatori odierni. Nessuno dovrà mai morire per sentenza di un giudice.  Catania 16 dicembre 2008 Il Crocifisso è la nostra Libertà  L'A.N.A.C., Associazione Nazionale Avvocati Cristiani, interviene in ordine alla contestata decisione del Presidente del Tribunale di Ragusa di fare staccare dai muri il Crocefisso. Ed in precipuo, il Presidente Nazionale Avvocato Nunzio Andrea Russo, rilevando la totale assenza di elementi di diritto fondanti tale decisione , la definisce illegittima e limitativa di libertà inviolabili. La Croce, invero, è il segno che si erge più in alto della nostra fede, va oltre la nostra fede.  Con essa si manifestano i valori sommi del sacrificio, della non violenza, dell'amore spinto fino al sacrificio di sé, della scelta degli ultimi e del perdono. Valori che uniscono il cattolico e il non cattolico. In questa ottica giova ricordare uno scritto di Natalia Ginzburg oramai datato da alcuni decenni: " Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. È la, muto e silenzioso. È il segno del dolore umano. La corona di spine, i chiodi, evocano le sue sofferenze. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Per i cattolici è il figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l'immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore del prossimo…. .Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per una loro fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c'è l'immagine. È vero ma il crocifisso li rappresenta tutti… . Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli, tutti, ricchi e poveri, credenti o non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi… . Questo dice il crocifisso. Lo dice a tutti, e non solo ai cattolici."  Il dialogo non è l'eterna mediazione, il perpetuo esercizio critico destinato a stemperarsi in un continuo compromesso ma rispetto dell'opinione altrui e coraggio nell'affermare e difendere la propria identità culturale e religiosa, per il bene della comunità. Non dimentichiamo che il relativismo imperante ed invasivo può trasformarsi in dogmatismo insopportabile ed irrazionale. Difendiamo la sana laicità dello Stato constatando che il vero concetto di libertà non sminuisce e non opprime la fede religiosa qualunque essa sia. Non permettiamo che l'arroganza di certo laicismo dica che è libertà quella che si accanisce contro la fede pretendendo di confinarla nell'ambito del solo privato.  Catania 4 dicembre 2008 Riforma previdenziale non equilibrata per i giovani avvocati  Sulla riforma della previdenza forense è intervenuta l'ANAC, l'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani, che a nota del Presidente Nazionale ha duramente contestato l'utopico scenario prospettato.  Invero, un Avvocato nel suo lavoro estremamente usurante  non può avere un accesso alla pensione a 70 anni. L'Avvocato Nunzio Andrea Russo ha altresì posto una serie di domande. Il Presidente della Cassa Forense, tra l'altro in scadenza, afferma che nei prossimi giorni spiegherà in dettaglio la riforma eppure ci si chiede perché ad oggi il 90% degli Avvocati la sconosce per intero?  Perché il Presidente della Cassa Forense non spiega a tutti gli Avvocati cosa intende per " difficoltà economiche in cui versa l'Avvocatura Italiana"? L'ANAC ritiene necessario, prima di qualunque riforma, consentire a tutti gli Avvocati di conoscere il progetto e con incontri territoriali su larga fascia permettere loro interventi costruttivi. La scadenza di mandato degli organi della Cassa Forense non può essere termine perentorio per decisioni che investono il futuro degli Avvocati.   Catania 6 novembre 2008 India: Cristiani attaccati nell'Orissa  Sulla drammatica vicenda dei massacri perpetuati in India ad opera di gruppi di fondamentalisti contro civili cristiani, è intervenuta l'ANAC, l'Associazione Nazionale Avvocati Cristiani.  Il presidente nazionale dell'associazione, l'avvocato catanese Nunzio Andrea Russo  ha scritto al Ministro di Grazia e Giustizia  Angelino Alfano, chiedendo che lo stesso intervenga in tutte le sedi istituzionali internazionali onde porre fine al massacro nefando di cristiani che sta avvenendo in India. Con assoluta fermezza l'avvocato Nunzio Andrea Russo ha condannato "l'efferato genocidio che sta  colpendo i cristiani in India. Essi ad oggi sono stati portatori di pace, sviluppo e tolleranza. Egli ha dichiarato che nel perdurare di crimini internazionali chiederà a tutti gli avvocati italiani di inviare un fax al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ed al ministro Angelino Alfano onde manifestare apertamente la necessità di intervenire. Tutti hanno il diritto di professare in maniera libera la propria religione, senza restrizioni o vincoli. Ancora oggi si assiste al martirio dei cristiani in un mondo globalizzato ove il relativismo etico è diventato elemento di confusione e dramma.   Catania 1 settembre 2008 L'avvocatura non è difesa dalla politica  Perché la politica non  riesce a comprendere  che l'Avvocatura è fondamentale per la società e come tale necessita difenderla e non svilirla?  Perché la politica non comprende che nessuna società può sopravvivere senza una Avvocatura di qualità , sana ed indipendente?  Perché il progetto di riforma  fa tanta paura alle forze politiche indirizzando i media ad una aggressione sistematica a tutta l'Avvocatura?  Con queste parole è intervenuto il presidente dell'Associazione Nazionale Avvocati Nunzio Andrea Russo vista la brusca frenata inferta dal Senato alla riforma dell'ordinamento forense.  Solo la prossima settimana riprenderà la discussione in Senato con incertezze assolute sui tempi oramai improcrastinabili per tutto il sistema giustizia vicino al collasso. La politica che in commissione aveva raggiunto un testo concorde bipartisan oggi ricomincia a discutere tutto con un numero di emendamenti enormi , preludendo ad un fallimento della riforma attesa da decenni.   L'Avvocatura rappresenta tramite essenziale per l'affermazione del diritto costituzionale dei cittadini alla giustizia e quindi la politica non può esimersi dalla necessità di armonizzare essa istituzione nell'evolversi dei tempi.  La politica non ha alcuna giustificazione per il ritardo nel riprendere la discussione sul provvedimento rispetto ad una riforma la cui necessità e urgenza è reiteratamente oggetto del dibattito nazionale.  In questo quadro di assoluta inerzia della politica, ha concluso l'Avvocato Nunzio Andrea Russo, si spera che l'Avvocatura non stia a guardare  abbandonandosi ad un attendismo che crea un quadro sistematico di svilimento di un istituto che rappresenta un  baluardo costituzionale.  Roma 07 maggio 2010
L'Avvocatura Cristiana grida: Salviamo Sakineh e tutti gli esseri umani dalla pena di morte " Salviamo   Sakineh   e   tutti   gli   altri   esseri   umani   condannati   alla   pena   di   morte   ":   questo   l'appello   lanciato   dalla   associazione   nazionale   avvocati   cristiani   a   mezzo   del   presidente   avvocato   nunzio andrea   russo   con   l’invio   di   una   dozzina   di   lettere   ai   vertici   istituzionali   nazionali   ed   europei,   per   salvare   la   donna   iraniana   condannata   alla   lapidazione.   Necessita   che   si   sensibilizzino      le   coscienze dei   governanti   del   mondo   affinché   si   eviti   la   condanna   alla   lapidazione   inflitta   alla   giovane   Sakineh   e   da   lì   si   parta   per   non   permettere   più   che   un   essere   umano   subisca   tale   tremenda   pena. Difendiamo   insieme   un   principio   che   ha   valore   universale:   non   possiamo   accettare   che   un   essere   umano,   ovunque   si   trovi   nel   mondo,   venga   sottoposto   alla   pena   di   morte,   addirittura   per lapidazione,   una   pratica   orribile   e   disumana   che   condanniamo   fermamente   in   quanto   contraria   ai   diritti   umani   fondamentali.   Riappropriamoci   del   principio   universale   del   rispetto   della   vita   umana   e ripudiamo -questo si addirittura lapidandolo- l'odio. Roma 8 settembre 2010
Il governo della Turchia comprenda che senza avvocatura non vi è diritto La Associazione   Nazionale Avvocati   Cristiani   esprime   una   dura   condanna   per   gli   arresti   di   decine   di   avvocati   che   difendevano   i   manifestanti   di   piazza   Taksim   a   Istanbul.   Per l’avvocato   nunzio   andrea   russo,   presidente      nazionale   dell’ANAC,   questa   notizia   esprime   totale   assenza   da   parte   di   esso   governo   dalla   idea   di   giusto   diritto.   E’   impensabile che   un   paese   considerato   europeo   non   comprenda   la   necessità   della   inviolabilità   di   chi   esprime   difesa.   E   accaduto   un   fatto   di   gravità   eccezionale,   commenta   l’avvocato nunzio   andrea   russo,stante   la   totale   incomprensione   da   parte   di   esso   governo   che   senza   avvocatura   non   vi   è   diritto. Ancora   una   volta,   l’Avvocatura   subisce   un   grave   attentato alla sua funzione primaria: la difesa dei diritti dei cittadini. Roma 13 giugno 2013